EVENTI
 
La ricostruzione degli eventi di vita contadina ha radici fondate nelle tradizioni dei nostri luoghi ed è riportata anche in numerosi archivi, sparsi in tutta la Brianza.
 
Memorie di queste antiche usanze si hanno per esempio negli scritti del maestro M.Luigi Gaffuri, che nel libro su Albavilla così racconta della “Sagra dei Magnan”: Se il carnevale ambrosiano ha il pregio di indulgere più e meglio all’innocua follìa dei suoi fedeli, ha però anche l’incongruenza di serrare fra un Giovedì ed un Sabato, “grassi” per antonomasia, un Venerdì ch’è di magro pur nel colmo carnevalesco. Per questo appunto i vecchi Villalbesini studiarono un modo assai elegante di far bagordo, risate e mascherine anche in quel giorno, senza contravvenzione alcuna ai precetti della Chiesa, ma pur senza sciupare quel penultimo dì di baldoria permessa e quasi... comandata. Usava un tempo (ora vigono altre mode) che i buontemponi convenissero quella sera sulla piazza maggiore del borgo, acconciati da neri stagnini, col volto tutto tinto di tetra fuliggine e recando a spalla paioli e caldari, palette e ramaioli alla cintura. Al centro del vasto rettangolo s’attizzava un gran rogo di meligacci, razziati qua e là fra le stoppie dei campi, col tacito o presunto consenso dei proprietari, e sopra era messo a grillare un enorme paiolo, da farci la pancottaglia per dieci bovine... qui abbreviamo, era poi la volta del tagliere, della polenta fumante culmine della “festa votiva”, l’apoteosi della polenta: “La polenta ca contenta, ca consola, ca sagola”
 
E non è finita qui l’avventura... di uno spettacolo che il pubblico potrà solo godere in “sana baldoria”, perché - i tempi ritornano - anche oggi abbiam bisogno di un pò d’allegria.
 
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